Carta di soggiorno dopo 5 anni

di | 3 Febbraio 2007
D’ora in poi si chiamerà “permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo”. Permetterà di lavorare in tutta l’Unione europea.

La carta di soggiorno si trasforma nel “permesso per soggiornanti di lungo periodo” che ci si potrà mettere in tasca dopo 5 anni da regolari, uno in meno rispetto a quanti ce ne volevano finora.

È arrivato in Gazzetta Ufficiale il decreto legislativo sui “soggiornanti di lungo periodo”, i cittadini extraue che, come prevede una direttiva europea, dopo cinque anni di residenza regolare vanno quasi equiparati ai cittadini degli altri stati dell’Ue. Tra i benefici principali ci sono il rilascio di uno “super permesso di soggiorno” e la possibilità di spostarsi liberamente anche per lavorare in tutti i Paesi dell’ Unione.

Il decreto riscrive completamente l’articolo 9 del testo unico sull’immigrazione, sostituendo alla carta di soggiorno il “permesso di soggiorno CE per soggiornanti di lungo periodo”, e prevedendo nuove condizioni che si applicano anche a chi è già titolare di una carta. D’ora tutti i passaggi di leggi, regolamenti e decreti dedicati alla carta di soggiorno andranno intesi come se si riferissero a questo nuovo tipo di permesso.

Potrà chiedere il permesso per lungo periodo per sé e per i propri familiari “lo straniero i possesso, da almeno cinque anni, di un permesso di soggiorno in corso di validità”, che percepisce un reddito non inferiore all´assegno sociale annuo. Chi presenta la richiesta anche per i familiari, dovrà dimostrare anche l’idoneità dell’alloggio in cui vivono, in base ai parametri minimi previsti dalla legge regionale per l´edilizia residenziale pubblica o ai requisiti igienico-sanitari accertati dalla Asl competente per territorio. Il permesso non verrà rilasciato ai cittadini stranieri ritenuti pericolosi per l´ordine e la sicurezza pubblica.

Chi è titolare di un permesso per lungo periodo, anche se rilasciato da un altro Paese dell’Unione Europea, potrà entrare in Italia senza visto e svolgere qualunque attività lavorativa autonoma o subordinata, salvo quelle espressamente vietate agli stranieri. I lavoratori subordinati, inoltre, non saranno tenuti a stipulare, oltre al contratto di lavoro, il contratto di soggiorno. Il permesso dà diritto alle prestazioni di assistenza e previdenza sociale, alle erogazioni in materia sanitaria, scolastica e sociale e ai servizi e ai beni a disposizione del pubblico, come ad esempio le case popolari.

Il decreto entrerà in vigore tra quindici giorni e da quel momento chi ha tutti i requisiti potrà già presentare richiesta per il nuovo permesso. Entro sei mesi dovrebbero inoltre arrivare i regolamenti d’attuazione.

(Fonte: www.stranieriinitalia.it)

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